Latte di mamma
Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di partecipare ad un bell’incontro sull’allattamento materno organizzato da una consulente della Leche League. Sapevo dal corso preparto frequentato mentre aspettavo E. che c’era la possibilità di partecipare a questi incontri mensili, ma i primi mesi sono stati così intensi, difficili e totalizzanti che non sono mai riuscita ad andarci. Poi leggendo il loro sito e altre esperienze di mamme che avevano allattato, ho trovato comunque la mia strada e sono riuscita ad allattare e a non ascoltare nessuno dei consigli sbagliati che tutti si sentono in dovere di dare pensando di essere di aiuto (medici inclusi). Devo dire che nonostante 2 anni di allattamento con la prima bimba e 8 mesi in corso col secondo, ho sentito comunque molte informazioni interessanti e alcune sull’attacco corretto che mi hanno fatto capire quanto veramente poco si sappia e venga spiegato alle mamme sull’allattamento!
L’allattamento dovrebbe essere una cosa così naturale e semplice, si è mai visto una mucca o una mamma gatta che non riescano ad allattare i loro piccoli? Quasi impossibile! Se non probabilmente in rari casi di problemi fisici.. Lo stesso dovrebbe essere per noi! Invece leggevo in un articolo di qualche mese fa che in Italia solo il 30% delle mamme allatta i bimbi fino ai 4 mesi, solo il 10% fino ai 6 mesi. Anche senza leggere articoli, conosco poche mamme che hanno allattato i propri bimbi e ancora meno che lo hanno fatto a lungo. Gli altri paesi occidentali sono più o meno a livelli simili:
L’unica eccezione sembra essere la Finlandia. Quindi o inspiegabilmente le mamme finlandesi hanno più latte delle altre, oppure c’è un sostegno diverso alle mamme e all’allattamento!
Penso che le ragioni siano molte. Principalmente c’è poca conoscenza sull’argomento e un grande problema culturale che per anni ha associato l’artificiale con migliore o più semplice. Dopo decenni dal boom del latte artificiale, di bambine che giocano col biberon, di film, cartoni e pubblicità che fanno vedere bimbi felici che smettono di piangere col biberon, nella nostra mente si è perso totalmente il senso dell’allattamento. In un gruppo di sostegno all’allattamento leggevo una bella definizione del latte artificiale : un salvavita. E così dovrebbe essere! Un salvavita da usare nei casi di necessità in cui manchi la mamma oppure manchi veramente il latte materno. E anche in questi casi si dovrebbero incentivare le banche del latte perché i bimbi possano ricevere l’unico alimento fatto per loro. Il latte artificiale è ovviamente il miglior sostituto, è stato studiato, modificato e integrato per dare ai neonati ciò di cui hanno bisogno per crescere. Ma non è il nutrimento previsto dalla natura che si adatta alla crescita del bimbo, agli orari, che cambia sapore in base a quello che si mangia permettendo al bimbo di conoscere i sapori dei diversi alimenti, che aiuta il bimbo con anticorpi e probiotici, oltre a fornire una coccola e una consolazione aggiuntiva. Per non parlare del fatto che allattare fa bene anche alla mamma e aiuta a ridurre sensibilmente il rischio di cancro al seno. Nonostante ora tutti sappiamo che il latte materno sia la cosa migliore (anche le pubblicità sono costrette a dirlo), c’è una diffusa percezione che sia per poche elette, che sia fortuna avere latte! Purtroppo allattare per poche è facile, molto spesso è difficile all’inizio e si finisce per avere paura di non averne a sufficienza o per essere troppo stanche e così si rinuncia.
Le prime ore, o i primi giorni sono molto importanti e spesso manca il sostegno corretto in ospedale (per mancanza di personale formato e aggiornato oppure per mancanza di tempo da dedicare ad ogni singola mamma). Poi si va a casa con un bimbo così piccolo che piange per mille ragioni e la più semplice è la fame e si finisce per dubitare di avere latte, il tutto aggravato da ansie dei parenti, da pediatri che seguono tabelle di crescita di 20 anni fa regolate sul latte artificiale che deve far crescere dei vitellini e non dei bimbi! Per non parlare poi degli orari e del sonno notturno, molti bambini hanno bisogno di stare attaccati spesso (è normale anche ogni mezz’ora o ogni ora) per stimolare la produzione, altri invece durano da subito alcune ore. Non c’è una soluzione giusta per tutte, ogni coppia mamma -bimbo deve trovare la propria routine (che poi cambierà sempre in base alla crescita, malattie, fastidio per i denti ecc). Se un bimbo cresce poco (che poi il poco è da valutare), spesso la soluzione è solo correggere l’attacco e attaccare il bimbo spesso e a lungo (altrimenti prende solo il primo latte, dissetante ma poco calorico). I pediatri spesso non sanno nulla di allattamento, guardano la tabellina e dicono che la crescita è poca e fanno aggiungere latte artificiale causando così una diminuzione della produzione di latte e spesso anche un minor interesse del bimbo al seno perché la suzione è diversa dal biberon e molto più attiva e faticosa! Bisognerebbe rivolgersi ad una consulente, ma non sempre è semplice farlo oppure non sempre si trova la persona giusta.
Dopo i primissimi mesi sorgono altri problemi e dilemmi: il rientro al lavoro e lo svezzamento. Lavorare e allattare si può, ma è indubbiamente difficile soprattutto se il bimbo è ancora molto piccolo, altrimenti aspetta senza problemi il nostro ritorno (se si fanno le 6 ore previste per legge fino all’anno di età). Poi lo svezzamento sembra quasi sia una scadenza dell’allattamento. Se ti vedono allattare un bimbo di 7-8 mesi tutti si stupiscono e dicono: “allatti ancora??” (Sottinteso : ma sto bimbo tra un po’ ha la patente e allatti?…). Però se un bimbo di 2-3 anni beve dal biberon nessuno si stupisce.. I misteri dell’allattamento! Le linee guida dell’OMS e del Ministero della Sanità dicono che il bimbo deve bere solo latte fino ai 6 mesi circa e poi il latte deve rimanere l’alimento principale fino all’anno di età. Lo stesso che sia latte materno o artificiale! Qui mi chiedo chi legge queste direttive visto che moltissimi pediatri danno tisane da bere a bimbi piccolissimi, oppure prescrivono (come le ricette mediche) la frutta a 4 mesi e le pappe con brodo e farine dai 5 mesi. E comunque si inizi, il latte deve essere integrato non sostituito! La sostituzione è graduale perché il bimbo prende le sostanze di cui ha bisogno dal latte.
Ci vorrebbe un cambiamento generale, pediatri e personale medico più informati e aggiornati, maggiore aiuto alle mamme e fiducia nelle loro capacità, flessibilità obbligatoria per gli orari di lavoro, e perché no, bambini che giocano ad allattare e non a dare il biberon!


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