Fratelli e “l’amore si moltiplica”
La frase del titolo è presa da un bellissimo libro di Giorgia Cozza, “Benvenuto fratellino, benvenuta sorellina”. È un libro che mi è piaciuto molto sulle difficoltà, ma soprattutto sulle gioie di avere un secondo, terzo bimbo o oltre. Io l’ho regalato quando ancora non mi “serviva” e poi mi è stato prestato di ritorno! Non si nascondono i momenti difficili, ma si punta molto su come superarli tutti assieme, su come evitare di creare ansie su gelosie in anticipo per evitare che poi si creino veramente (e magari non ci sarebbero state). Su come il rapporto tra fratelli possa avere momenti di scontro normali e anche importanti per crescere e imparare a gestire i conflitti, ma sia soprattutto un’aggiunta di amore in famiglia, perché il tempo si dovrà dividere tra più bimbi, ma l’amore dei genitori non si divide, si moltiplica!
Il libro mi era piaciuto moltissimo e mi aveva lasciato piena di buoni propositi. Poi però è arrivato il tanto atteso “fratellino” e i primi tempi sono stati un po’ difficili. Due bimbi piccoli e uno dei due aveva bisogno costante della mamma (e spesso anche l’altra, se non di più). E. all’inizio cercava un po’ di attirare l’attenzione su di sé, ma era tranquilla, poi però, dopo una settimana di mio ricovero in ospedale con P. per un’infezione, ha avuto una terribile paura di perdere la sua mamma. E i capricci si sono fatti molto molto difficili da gestire. Erano una richiesta di maggiore attenzione, di essere rassicurata sul fatto che la mamma fosse ancora lì per lei, ma era così difficile farlo capire mentre il fratellino stava sempre appiccicato a bere latte o a piagnucolare. Cercavo di stare il più possibile con lei, ma immancabilmente P. si svegliava e piangeva, o aveva fame, poi le coliche dopo la cura di antibiotici all’ospedale, il reflusso. Un periodaccio insomma!😖
Sapevo che i periodi difficili passano in fretta anche se ti sembrano lunghissimi finché li vivi. Avevo la rassicurazione di tante altre mamme bis e tris, però era dura. Già non si dormiva molto, eravamo prossimi allo zero ormai. E. si svegliava perché non era tranquilla e mi voleva vicino, P. si svegliava in continuazione e spesso non si riaddormentava fino a mattina per i rigurgiti continui. Diciamo che ogni tanto un po’ si impazziva e ho perso la pazienza. Ho detto cose brutte e minacciato sculacciate, per poi pentirmene molto e scusarmi. Non sapevo più se stavo facendo le cose giuste, se stavo facendo soffrire troppo E. La fascia mi è stata utile se potevamo uscire assieme o fare giochi di movimento, ma per il lungo inverno in casa non serviva molto perché non potevo sedermi a giocare con E. senza che P. si disperasse. Poi però ho visto i primi sorrisi di E. quando il fratellino le sorrideva o la cercava con lo sguardo e ho pensato che forse ce l’avremmo fatta!☺️
Piano piano, quasi senza accorgerci, le cose sono migliorate e abbiamo ritrovato la nostra caotica routine in 4! P. è cresciuto e diventato più interattivo, ogni tanto ora prende i giochi di E. che si arrabbia, ma poi glieli presta “solo per un po’”. 😂 E. non ha ancora deciso bene se è piccola anche lei (come diceva sempre fino a qualche settimana fa) oppure se è cresciuta ed è “grande” (come dice ora qualche volta!). Per un po’ ha voluto stare anche lei nel seggiolone, ha voluto assaggiare le pappe e tante altre piccole cose. Ho visto che se le dicevo che era più grande di P. andava in crisi, allora ho cercato di accontentarla nei limiti del possibile e farle però vedere tutte le cose belle ed interessanti che i neonati non possono ancora fare. Questo consiglio l’avevo letto proprio in quel libro, ma mi sembrava troppo ottimistico. Invece ha funzionato veramente… Ci è voluto tempo, ma ora lei è “grande” e farà vedere a P. come fare tante cose che lui non sa ancora fare. Ci sono ancora a volte i momenti difficili, stanchezza o malattie rendono entrambi più bisognosi di coccole e non sempre è semplice. A volte provo a stendermi con tutti e due, ma si finisce che giocano e nessuno dorme. 😅 Però, proprio ieri sera, una frase di E. mi ha fatto pensare che forse stiamo facendo un buon lavoro:”Non piangere P., altrimenti se piangi sarò triste anche me”. E detto da una bimba di 3 anni che abbraccia il fratellino, fa proprio bene al cuore.😊


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