Dilemma ciuccio o non-ciuccio?
In questi giorni si è aggiunta al mio gruppo Facebook una fantastica ostetrica esperta di allattamento che sta dando dei consigli utilissimi e molto importanti. Visto che ho riscontrato un certo interesse sul tema del succhiare il ciuccio o il dito, ho pensato di raccogliere qui alcune domande e le relative risposte nella speranza possano essere di aiuto anche ad altre mamme! Anche se, ovviamente, si tratta sempre di linee generali che poi vanno “adattate” ad ogni bimbo e ad ogni mamma che saprà sicuramente cosa è meglio per loro.
Premetto che, come già sottolineato in precedenti post, il ciuccio è fortemente sconsigliato per chi allatta al seno perché interferisce con l’allattamento. Nel primo periodo può portare ad un attacco scorretto e ad una suzione inefficace, poi comunque diminuisce la stimolazione del seno e può portare ai cosiddetti “scioperi del lattante” o ad un distacco anticipato dal seno. Nonostante questo, molte mamme (me inclusa) hanno pensato fosse necessario il ciuccio perché non potevano essere sempre presenti, perché speravano di dare uno strumento maggiore di consolazione, per problemi di reflusso, per mille ragioni! Altre mamme invece hanno vissuto il problema di bimbi che si sono succhiati il dito molto a lungo e ci si chiede, in questo caso, se non sia allora meglio il ciuccio più facile da togliere.
Qui sotto trovate riassunti, e spero almeno in parte chiariti, alcuni di questi dubbi.
- E’ consigliabile dare il ciuccio nel caso in cui un bimbo si dimostri troppo interessato a succhiare il dito? “Il discorso è particolarmente lungo e complesso. Il ciuccio è uno strumento che può ritenersi utile in caso di allattamento totalmente artificiale. Da evidenza scientifica deve essere eliminato entro l’anno di età e ha numerosi effetti collaterali: la suzione a bocca chiusa modifica la capacità di succhiare al seno (provocando ragadi e ingorghi ad inizio allattamento, scarsa produzione, morsi e scioperi del poppante a qualsiasi epoca di allattamento) e interferisce sulla conformazione del palato: gli effetti sono sia sulla vocalizzazione che sulla dentizione, ma soprattutto sull’apparato respiratorio: aumentano le otiti ricorrenti e a seguito della dentizione non corretta anche le emicranie e i mal di schiena in età adulta. Quindi non è uno strumento da sottovalutare, anche se giustamente lo si può usare, se si è consapevoli dei rischi ❤️ La maggior parte dei bimbi che mettono il dito in bocca, si ciucciano la mano o la lingua, hanno preso il ciuccio o il seno e hanno iniziato a succhiarseli appena gli è stato tolto, troppo presto, il precedente oggetto di rilassamento. Per questo l’allattamento a termine è il miglior modo per non incorrere nel dito in bocca. Ma a volte non basta comunque.❤️ Il discorso poi si può spostare su un altro livello: è meglio il ciuccio, perché si può togliere presto, o il dito, che non si può”togliere”, fino a che il bimbo non sia pronto da solo, ma non crea danni? E in più, c’è la sicurezza che una volta tolto il ciuccio il bimbo non si ciucci il dito o la lingua? Purtroppo no. Quindi non rimane che fidarsi di loro e aspettare i loro tempi: non ci deluderanno!!!!! “
- Come si può aiutare un bimbo di 3 anni a perdere o almeno limitare il vizio di succhiare il dito? “La suzione, e il piacere ad essa allegato, sono un bisogno che riguarda praticamente tutti i bimbi, dalla nascita fino anche ai 6-7 anni: se l’allattamento è al seno ed è a termine (cioè si offre il seno fino a che il bambino stesso, serenamente, dopo i due anni non desidera più ciucciare), difficilmente i bambini scelgono il dito o altri meccanismi per rilassarsi. Viceversa, se per mille ragioni il bambino non è allattato al seno, o se la mamma lavora/il bimbo va all’asilo o c’è una variazione della routine (fratellino, trasloco,…), è possibile che sostituisca il seno con ciuccio o dito. Per prima cosa, mi sento di rassicurare sul discorso del palato: al contrario del ciuccio, il dito è molto ergonomico (normalmente il bimbo succhia il dito tenendo le nocche verso il basso e quindi tiene la bocca ben aperta, requisito fondamentale per il corretto sviluppo del palato e delle ossa facciali). Ci sono comunque piccoli espedienti per diminuire l’uso del dito: 1) se si allatta, offrire il seno al posto del dito; 2) ogni volta che il bimbo ha il dito in bocca, aiutare il bimbo ad inserire tutte le dita in bocca, quindi l’intero pugno, 3) cercare di stimolare i bimbi con giochi e attività, in modo che non si annoino, e stimolarli spesso affinché usino spesso le mani per giocare. 4) Infine, non sgridare, non colpevolizzare o far sentire in colpa. Se il bimbo è abbastanza grande, ed è arrivato un fratellino, è utile farlo sentire importante, chiedendogli ad esempio di buttare lui il pannolino sporco, o di scegliere i vestitini, o di cantargli lui una canzoncina…”
- In caso di ingresso al nido è necessario proporre al bimbo il ciuccio per consolarsi in assenza della mamma? “I bambini che non usano il ciuccio sanno perfettamente distinguere tra quando c’è la mamma da cui succhiare e quando non c’è (e quindi non bisogna succhiare). Dovrebbero regolarsi da soli! se invece così non fosse, e usassero il dito, bisogna stare tranquilli, è comunque meglio a livello di salute. Ed è vero che è più lungo da togliere (difficilmente spontaneamente il bimbo lo toglie prima di sentirsi sereno a non succhiare…Sicuramente non prima dei due anni), ma meno traumatico, perché lo toglie il bimbo spontaneamente ❤️”.
Ringrazio Stefania Battaglia, ostetrica e consulente OMS/UNICEF per il suo preziosissimo contributo e raccolgo il suo invito a fidarci delle capacità dei nostri meravigliosi bimbi e, soprattutto, a fidarci del nostro istinto di mamme ☺️! Spero di avere presto altri argomenti così utili ed interessanti da condividere con voi.


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