E se serve tirarsi il latte? Dubbi e consigli!
Premetto che non sono proprio un’esperta del tirare il latte perché non sono mai riuscita ad usare bene il tiralatte e alla fine ne ho fatto semplicemente a meno senza grandi problemi. Tuttavia ci sono delle situazioni in cui è utile, importante o necessario tirare il latte per cui ho chiesto alla ormai “nostra” ostetrica* di fiducia qualche consiglio utile.
Io col tiralatte non ho mai tirato nulla, per fare pochi millimetri ci mettevo ore e mi prendeva l’ansia. Per cui ci ho rinunciato😅! Quando la mia prima bimba ha iniziato il nido a 8 mesi mangiava veramente poco per cui ero convinta di dovermi per forza tirare il latte per darlo al nido finché ero al lavoro. Non ci sono riuscita e, dopo uno sconforto iniziale, ho visto che comunque lei si era adattata a mangiare altro e non chiedeva latte in mia assenza. Poi recuperava! 😉 Evidentemente la quantità che si riesce a tirare con il tiralatte non è mai sinonimo di quanto latte effettivamente produciamo perché la suzione del tiralatte (poi io ne avevo uno semplice manuale) è completamente diversa da quella del bambino e perché molto dipende anche da una questione “emotiva”. La vista stessa del nostro bimbo ci stimola la produzione di latte, il tiralatte decisamente non fa lo stesso effetto! 😒 Anzi, l’ansia di dover tirare del latte con qualcosa di meccanico, la paura di non riuscirci o di non averne a sufficienza, fanno spesso faticare molto per ottenere solo poche gocce. Io dopo aver letto nel sito della Leche League della possibilità di fare la spremitura manuale, ho sempre preferito questa modalità. Però non ho mai dovuto raccogliere grandi quantità di latte, ma solo liberare il seno quando era molto teso e rischiavo l’ingorgo. Per cui ho cercato di raggruppare qui le informazioni che spero possano essere utili a tutte sia per la spremitura manuale che per l’uso del tiralatte.
Come funziona la spremitura manuale?
La spremitura manuale a differenza del tiralatte non interferisce molto con la quantità prodotta, per cui è utile ad esempio se bisogna svuotare il seno quando è teso e non c’è richiesta del bimbo. La nostra ostetrica Stefania* la descrive così: “Sì mettono indice e pollice sopra e sotto l’aureola, a circa 2-3 cm di distanza dal capezzolo. Il ciclo di movimenti deve essere indolore (all’inizio un po’ fastidioso), continuo e ritmico. Le dita non di spostano durante la procedura (anche se ogni 3 o 4 minuti si può girare la mano per svuotare quadranti sempre diversi del seno), ma è il seno che si muove.”
I movimenti corretti sono:
“1) spingo pollice e indice verso la cassa toracica (l’areola si allarga);
2) immagino di dover toccare pollice e indice in senso verticale (stringo il seno tra le dita e Rollo un po’ i polpastrelli, come se dovessi fare un timbro di un’impronta digitale, l’areola si stringe e il capezzolo si estroflette un po’);
3) rilascio la pressione senza spostare le dita e ricomincio.”
Prima della spremitura (o durante l’utilizzo del tiralatte) ci sono massaggi che si possono fare per aiutare la fuoriuscita del latte:

Da www.ausl.imola.bo.it
Come procedere al meglio per tirarsi il latte?
Stefania consiglia di seguire questa procedura per tirarsi il latte con il tiralatte o con la spremitura manuale: “ripetere alternativamente per entrambi i seni questo ciclo 1-2-3.
- Massaggio il seno per un minuto
- Tiro o spremo il latte per 5 minuti
- Passo all’altro seno
Il tutto per almeno 40 minuti complessivi e per almeno 2 volte al giorno.”
Qual’è il momento migliore?
Il momento migliore è dopo la poppata, magari di mattina. Oppure si può tirare il latte da un seno mentre il bimbo poppa dall’altro. In questo modo si sfrutta il riflesso di emissione stimolato dalla suzione del bimbo! L’importante è trovare un momento in cui si è tranquille e rilassate altrimenti il riflesso di emissione si potrebbe ridurre.
Come utilizzare al meglio il tiralatte e superare le prime difficoltà?
“Durante l’uso del tiralatte, piccoli trucchi sono:
1) utilizzo di un tiralatte elettrico (il più funzionante è quello a doppia coppa, ma è estremamente costoso purtroppo).” Eventualmente alcune farmacie permettono il noleggio.
2) scelta di una coppa adeguata al proprio seno e capezzolo (durante la suzione il capezzolo non deve sfregare né essere “tagliato” dal cilindro della coppa, ma deve comunque essere garantito il vuoto sull’areola.
3) per alcune mamme il tiralatte è uno stimolo per la produzione di latte ma non altrettanto per la sua fuoriuscita (agisce sulla prolattina ma meno sull’ossitocina); in questo caso è sufficiente tirarsi il latte nei momenti in cui si è particolarmente rilassate e con l’aiuto di stimoli visivi, uditivi, tattili e olfattivi che stimolino ossitocina (ad esempio, durante la visione di un film in cui ci siano bimbi piccoli che piangano, o mentre si guardano foto o si annusano i vestitini del proprio bimbo o ancora durante un bagno caldo -con tiralatte a pile- o un massaggio ossitocinico) per notare un miglioramento.”
Il massaggio ossitocinico è un massaggio che aiuta la mamma a rilassarsi e stimolare la produzione di ossitocina che attiva la fuoriuscita del latte. Il massaggio va effettuato con i polpastrelli dei pollici facendo piccoli movimenti circolari ai lati della colonna vertebrale, partendo dal collo fino alla zona lombare.
4) Infine “Altrettanto utile è coprire le prime volte il biberon del tiralatte con carta stagnola, in modo da non agitarsi guardando i pochi ml di latte tirati. È importante ricordare che il tiralatte è come se fosse un “secondo bambino” per il seno: gli ci vuole tempo per calibrare la produzione sulle aumentate richieste: già 10ml le prime volte è un successo!!!”
Ma cosa fare se poi il bimbo non vuole bere il latte tirato e quali possono essere le ragioni?
A volte il bimbo non accetta di bere il latte faticosamente tirato (magari per un rientro al lavoro o per un’assenza più lunga del solito). I motivi principali sono di 3 tipi :
- “Il bambino non accetta il biberon. Questo è il chiaro segnale che il bambino succhia bene al seno, perché la tettarella è un interferente dell’allattamento. Come somministrare quindi il latte di mamma? Possono essere d’aiuto cucchiaino, siringa senz’ago o tazzina…ma sicuramente i metodi più comodi rimangono: bicchiere con beccuccio e valvola antigoccia (starter cup), bottiglietta tipo the san Benedetto o coop con tappino su-giù oppure il biberon calma della medela.” Quest’ultimo è l’unico biberon che cerca di imitare la suzione del seno per cui il latte non fuoriesce per caduta, ma il bimbo deve “faticare” per far uscire il latte. Non tutti i bimbi però lo accettano. Un consiglio è far dare il latte tirato al bimbo da una persona diversa dalla mamma e quando la mamma non è presente, altrimenti molto spesso i bimbi abituati al seno preferiscono l’originale!😉
- ” Il bambino non gradisce il sapore del latte scaldato e congelato, in quanto ha un sapore “saponificato”; la motivazione è legata alla presenza di lipasi nel latte, un enzima estremamente utile nella digestione dei grassi ma che assume un sapore rancido se conservato in frigo o freezer. Per ovviare a questo problema, è sufficiente scaldare fino a pre-ebollizione, a bagnomaria, il latte materno appena tirato, e a questo punto raffreddarlo rapidamente prima in frigo e poi in freezer. In questo modo la lipasi in eccesso verrà inattivata.”
- Ci sono comunque bimbi che preferiscono latte fresco di mamma e rifiutano ogni altra soluzione. In questo caso “se il bambino è svezzato, oppure se l’attesa è inferiore a cinque ore, è sufficiente dare la poppata subito prima della partenza e subito appena ritornate a casa. Il bebè farà una scorpacciata di latte, coccole e amore sufficienti a fargli aspettare il ritorno della mamma e a dare un senso alle ore senza di lei.” Alcuni bimbi, anche se non ancora ben svezzati, preferiscono aspettare la mamma anche più di 5 ore e poi recuperano abbonamente (i miei anche di notte 😅)!
*Stefania Battaglia è ostetrica e consulente per l’allattamento UNICEF/OMS.


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