Ma saranno proprio “vizi”?
Oggi è stata una giornata stancante… Sono stata via per lavoro dalle 6.30 di stamattina alle 8,30 di questa sera . Era la prima volta che restavo fuori così tante ore da quando è nato P. La prima volta che non lo portavo al nido né lo andavo a prendere. La prima volta che non potevo allattarlo e coccolarlo al pomeriggio quando lo prendevo stanco da scuola. E a peggiorare il tutto, oggi mi sono persa la sua prima festa di fine anno all’asilo. Lui è molto piccolo e non si ricorderà, ma io sì e non mi fa stare bene per niente😔.
Quando sono tornata stasera ero molto stanca perché siamo stati ad un corso vicino Milano per cui anche il traffico e la strada hanno appesantito tutto. Mi sentivo senza forze e perfino senza appetito (cosa veramente rara per me😓). Ma la prima cosa che ho fatto appena entrata in casa (ovviamente dopo la pipì altrimenti sarei stecchita 😅😅), è stata abbracciare e sbaciucchiare un po’ i miei bimbi. Già così un po’ la giornata si è alleggerita. Poi ho messo P. nella fascia e gli ho dato un po’ di latte. Mentre lo cullavo e passeggiavo, sentivo di sentirmi finalmente meglio, la stanchezza scendeva e arrivava la tranquillità. Così mi sono messa a pensare a tutte le volte che gli altri mi dicono: “Ma non sei ancora stanca di allattare?” o “addirittura di portarlo ancora addosso”, per non parlare dell’averlo abituato a fare le due cose insieme… In realtà non solo non sono stanca, ma è il momento più bello della giornata! ☺️ una coccola reciproca, un sentirsi veramente “a casa”. E non posso fare a meno di pensare che con la prima bimba a volte questo momento era rovinato dall’ansia che mi mettevano gli altri che fosse troppo, che fosse un “vizio”, che fosse sbagliato… Certo io non ho mai ascoltato molto gli altri, però il tarlo a lungo andare mina le nostre sicurezze e si finisce per pensare che forse stiamo sbagliando veramente. Che così facendo i bimbi non saranno mai autonomi (come se a 1 anno dovessero esserlo???). Invece stavolta ho letto altri pensieri autorevoli e, soprattutto, ho visto con i miei occhi che i bimbi diventano tanto più autonomi, in base ovviamente alla loro età e al loro carattere, tanto più si sentono sicuri e rassicurati.
Il bisogno di contatto di molti bimbi non è un “vizio” che si fa male ad assecondare. È un bisogno, una necessità, un istinto primordiale scritto nei geni degli esseri umani che ci ha permesso di sopravvivere come specie. Come spiega Gonzalez in Besame Mucho, se i nostri antenati preistorici avessero dormito beati per ore senza chiedere del contatto con la mamma o del latte, le mamme li avrebbero lasciati nel loro “lettino” (grotta, giaciglio di foglie o quel che era) e se ne sarebbero andate a caccia o a raccogliere frutti. In questo modo, essendo “animali” totalmente indifesi e immaturi, i bimbi sarebbero stati sbranati da bestie feroci e ci saremmo estinti. Ovviamente sono sopravvissuti soprattutto i bimbi che piangevano spesso costringendo la mamma a portarli con sé! Oggi questo non serve più, ma la società “moderna” esiste da troppo poco tempo per poter cambiare milioni di anni di evoluzione. Quindi ora i bimbi che dormono tanto e non cercano spesso la mamma vivono benissimo (e beati i loro genitori 😅), ma quelli che hanno bisogno del contatto continuo sono la maggioranza e sono la normalità! 😄
I bambini nascono immaturi sia fisicamente (non sanno nutrirsi da soli, non sanno camminare), sia mentalmente (il cervello finisce di svilupparsi nei primi mesi e anni). Tutto ciò è possibile proprio perché la natura ha previsto che la mamma accudisca il bimbo, lo nutra, lo scaldi. È un concetto molto recente e solo proprio del mondo occidentale quello di considerare tutto ciò come un “vizio” da togliere perché i bimbi diventino autonomi in modo che la mamma sia più “emancipata” e “libera”. È passata per anni una certa idea culturale per cui se i bisogni “fondamentali” (fame, sete, pannolino) sono stati soddisfatti, il bimbo da piccolo perfido “manipolatore” piange per “vizio”. Ma sarà veramente così? I bimbi nei primi mesi non hanno vizi se hanno bisogno della presenza e del contatto con la mamma. È un bisogno, un istinto, una necessità. I vizi sono altri e spesso li diamo noi per togliere quel bisogno (ciuccio ecc). Con l’idea dei “vizi” si creano solo problemi inesistenti: “il mio bimbo vuol stare sempre in braccio” (dove altro dovrebbe voler stare? Era nella tua pancia fino a ieri!), “il mio bimbo non mi dorme” (il latte materno è leggero apposta per permettere il contatto frequente della mamma e del bimbo)… E così via! Le mamme stesse si convincono contuamente di dover essere “forti” e “fredde” per il “bene ” del proprio bimbo. Finendo solo per faticare il doppio per un continuo contrasto tra quello che sentono come istinto (correre al pianto del bimbo, visto che così siamo state programmate dalla natura) e resistere perché così “impara ad arrangiarsi e ad autoconsolarsi”.
Fondamentalmente per decenni si è insegnato ai bimbi che nei momenti in cui è spaventato, solo, al buio per cui d’istinto ha paura e cerca la mamma, questa non c’è o va sostituita con un oggetto (ciuccio, pelouche ecc), vedi il tanto abusato “metodo Esteville” che qualche pediatra osa ancora nominare. Oppure la mamma c’è vicina, ma non ti può tenere in braccio per rassicurarti, ma può solo parlarti (della serie “vedere, ma non toccare”). Decisamente utile a un razionalissimo bimbo di 3 mesi (vedi Tracy Hogg e i suoi schemini). 😣 Certo i bambini imparano ad autoconsolarsi, ma spesso rimangono insicuri e cercano continue conferme dell’affetto oppure si legano maggiormente ad oggetti che ad affetti. Molto tempo fa ho letto una frase bruttissima e infelice a mio parere su un articolo, di cui non ricordo la fonte purtroppo, che diceva che i posti in cui i bimbi piccoli piangono meno sono da un lato i Paesi dove i bimbi vengono portati addosso alla mamma e, all’estremo opposto, sono i bimbi cresciuti in orfanotrofio. È bruttissimo da pensare, ma i bimbi in orfanotrofio finiscono per piangere poco perché sanno che il loro pianto è inutile e non verrà ascoltato. Quindi se qualcuno vi dice che il metodo Esteville funziona, è possibilissimo. Con molti bimbi funziona, ma che insegnamenti stiamo dando? Sempre su Besame Mucho (ma anche su altri studi letti su UPPA) si dice che la segnalazione del problema dei bimbi che dormono poco si ha soprattutto negli Stati Uniti e in tutti quei paesi dove si pone al massimo l’accento sull’autonomia del bimbo. Il problema non esiste e non viene mai segnalato in quelle società dove è normale dormire con i propri bimbi o tenerli molto addosso. Allora visto che i bimbi sono sereni se stanno a contatto con la mamma, perché semplicemente non farlo? Nei primi mesi siamo quasi tutte a casa col nostro bimbo, non serve abituarlo a niente! Quando sarà più grande si abituerà da solo a stare senza di noi o imparerà ad affrontare il distacco se servirà prima o poi. Ma non ha alcun senso “prevenire” e far soffrire prima il bimbo pensando che sia un vizio. È meraviglioso coccolare e tenere vicino il proprio bimbo proprio come quando era nella pancia, è meraviglioso sapere di poterlo nutrire, scaldare, crescere. Se non ci facciamo prendere dalle ansie trasmesse dagli altri, si finisce per rendersi conto che non è neanche poi così stancante. Anzi è un bisogno di entrambi spesso. Si tratta solo di pochi mesi, o pochissimi anni, in cui i nostri bimbi chiedono di stare vicino, di rassicurarli, di proteggerli. Crescono in fretta e, per riportare una parte simpatica del libro Besame Mucho, non conosco nessun adulto che vorrebbe ancora dormire con i propri genitori!😜


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